Le fraschette di Ariccia e le loro origini

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Le fraschette di Ariccia e le loro origini

Le fraschette i tipici locali nei quali gli avventori della  gite “fori porta” si recvano a fare una visita per mangiare della buona porchetta e bere del buon vino in allegria, durante gli ultimi 10 anni hanno vissuto dei radicali cambiamenti a fronte della loro origine e storia.

Effettivamente la vita di questi luoghi di ritrovo ha subito una metamorfosi radicale, e le stesse sono oramai diventate dei veri ristoranti dove al porsto delle botti e degli atrezzi per la vinificazione  si trovano menu bene organizzati, cucine in acciaio inox, e spesso si vedono pareti ed arredi in simil plastica che scimmiottano ora un muro ora un angolo o uno scorcio d’epoca.

Tutto questo non ha niente a che fare con l’origine e la storia della fraschetta, e osteria.

Quali erano le diferenze tra fraschetta e osteria nel passato?

La popolare “fraschetta” è un particolare tipo di locale o osteria la cui diffusione è limitata principalmente alla zona dei Castelli romani nella regione Lazio. Queste spesso erano ricavate in cantine scarne e umide, dove erano disposte le botti, i bigonci ed i torchi necessari ai processi di vinificazione. Questi luoghi idedicati alla vinificazione  erano numerosi e prosperavano data la tradizione e la vocazione vinicola dei Castelli Romani.

Osterie e fraschetta, ad Ariccia  hanno un’origine antichissima verosimilmente medioevale  quando i contadini di Ariccia  e delle campagne romane  per produrre e vendere il vino avevano bisogno di luoghi dedicati.

Molto in voga era il mestiere del “carrettiere a vino” che giornalmente si recava in viaggio verso Roma per vendere alle sue “poste” o clienti il poprio prodotto.

Se vi trovate a Roma per vacanza o per lavoro non potete rinunciare alla gita fuori porta dei romani per eccellenza le fraschette dei castelli romani Frascati, Ariccia, Marino, Albano, quelle sul lungo lago di Castelgandolfo. Quindi nacque l’ usanza, per i viticoltori del tempo di apporre una frasca ben carica di foglie sopra l’ ingresso del locale in modo tale da indicare agli avventori che il nuovo vino era pronto da bere. Le fraschette erano arredate in modo semplice le botti di vino disposte su di un lato dominavano l’ambiente, mentre i clienti potevano accomodarsi su panche e tavolacci. Lungo le pareti dei locali solitamente erano esposte delle attrezzature tipiche per la realizzazione del vino ed in fondo nel piano interrato vi era la cantina per la conservazione del vino. A differenza delle normali osterie, esse erano sprovviste di cucina, veniva offerto ai clienti il vino, del pane casereccio e uova sode per tutto il resto bisognava portare con se da casa i cibi preparati.

Le fraschette del passato

Quindi le fraschette erano dei veri e propri punti di vendita e di degustazione diretta del vino prodotto in quell’annata. Ben presto gli abitanti più intraprendenti, iniziarono ad allestire dei banchi vendita in prossimità delle fraschette con generi alimentari di vario tipo in modo tale da fornire il companatico agli avventori delle fraschette. Tra questi, un prodotto particolarmente diffuso, di tradizione trimillenaria, era rappresentato dalla porchetta, il cui connubio con questi locali ha reso, col trascorrere dei secoli, inscindibile questo legame. Attualmente all’interno delle fraschette è possibile acquistare generi alimentari e quindi effettuare un pasto completo. Ad ogni modo le fraschette ancora oggi sono rivendite di antica origine dove ancora si può degustare il vino sciolto, venduto in caraffe di dimensioni variabili, che nel dialetto locale prendono i nomi di : Barzilai, Tubbi o Fojette, equivalenti rispettivamente a due, uno e mezzo Litro. Di particolare tipicità e di rilevante diffusione è la “Romanella”, un vino rosso leggermente frizzante .

Che cosa offrono le moderne fraschette?

Oltre alla porchetta e al vino, gli altri prodotti tipici offerti dalle moderne fraschette provengono dalla enogastronomia della regione Lazio e sono salumi, formaggi freschi e stagionati ed antipasti ( olive, sott’olii e sott’aceti), sono serviti in quantità talmente abbondanti che difficilmente si riesce ad ordinare un primo piatto o ad un secondo piatto, una portata peraltro scarsamente diffusa nelle fraschette però non possono mancare le famose ciambelline al vino con le quali si conclude in dolcezza il pasto.

E’ d’ obbligo da parte del fraschettaro proporre primi piatti classici della tradizione romana: pasta alla “carbonara”, all’ “amatriciana”, o all’ “arrabbiata”. I suoi avventori sono costituiti prevalentemente da giovani, i quali le affollano soprattutto nei fine settimana.
Ma ora parliamo della Porchetta prodotto tipico laziale ottenuto da maiali di dimensioni medie cucinato allo spiedo, gradevolmente aromatizzato con sale, pepe, aglio e finocchio selvatico.
La porchetta è tagliata normalmente a fette e venduta a peso con la scorta di pane casereccio che ne fa un pasto abbondante e gustoso.
La pelle lucida e croccante è particolarmente apprezzata dai buongustai.Ariccia è considerata la patria d’elezione di questo specialissimo prodotto a cui dedica una sagra assai nota la prima domenica di luglio, porchette eccellenti vengono anche dal Reatino e dalla Ciociaria, la porchetta è abbinata sempre al vino de li castelli. La cultura del vino nel Lazio ha origini antichissime visto che i romani e, prima ancora gli Etruschi, erano dediti alla coltivazione della vigna. Tra i laziali ed il nettare di Bacco, il legame era talmente forte che essi istituirono numerose feste in occasione della vendemmia e d’altri momenti legati al ciclo della vite,